“..Per cercare il duende non c’è mappa né esercizio. Si sa solo che brucia il sangue come un tropico di vetri, che estenua, che respinge tutta la dolce geometria appresa, che rompe gli stili, che si appoggia al dolore umano inconsolabile..”. “..L’arrivo del duende presuppone sempre un cambiamento radicale di tutte le forme. Ai vecchi schemi dà sensazioni di freschezza completamente nuove, con una qualità di cosa appena creata, di miracolo, che arriva a generare un entusiasmo quasi religioso..”. “.. tenendo conto che non si tratta di pensosità, né di dedizione, né di intelligenza, e nemmeno di studio. E’ qualcosa con cui si nasce, e che poi cresce, che si nutre di conflitto.. Bach, Nietzsche, Cézanne, Rimbaud lo possedevano. E chissà quanti altri, sconosciuti o famosissimi, di certo mai soddisfatti, mai paghi, mai quieti, lottano ogni giorno con il proprio duende..”
Federico Garcia Lorca