La Folla

Nel nostro paese la relazione con l’altro, con “il diverso” è ancora contaminata e sovradeterminata da pregiudizi, vissuti di paura e intolleranza.

Ogni volta che allontaniamo il problema della diversità, confermiamo la nostra paura del diverso, che è poi la paura di quel diverso che ciascuno di noi è per sé stesso, e da cui ogni giorno, nel nostro contesto di riferimento (lavoro, casa, etc.) strenuamente ci difendiamo per mantenere la nostra sicura identità (o ciò che definiamo come tale). È questa una definizione che ci interessa perché, dopo aver neutralizzato il folle attraverso la medicalizzazione che ha ridotto la follia a una malattia, con questo stratagemma non abbiamo certo neutralizzato la diversità. E qui penso a quella che viene definita la “diversità” dell’omosessuale, dell’immigrato, dello “straniero”, a tutte quelle appartenenze, culture, caratteristiche, ecc.., che a quelli del luogo appare “strano”.

Foucault ha scritto che ogni società si può giudicare dal modo in cui organizza e vive il rapporto con l’altro. Come se non potessimo avere un’identità senza mettere in atto qualche meccanismo di identificazione ed esclusione verso i diversi. Essenziale è allora il ruolo, lo sviluppo della capacità di relazione interculturale e di dialogo, cioè per educare alla diversità e al superamento dell’eventuale conflitto. Si tratta di un viaggio difficile, se si tiene conto che va compiuto all’interno di noi stessi oltre che all’interno delle società nelle quali il conflitto, la competizione, lo scontro di comunità/culture sempre più chiuse rischiano di lasciare gli individui da soli: atomi vaganti tra le folle.

 

“La Folla”. Un presidio di corpi scultorei.

Gli uomini e le donne in policarbonato che compongono l’installazione sono le “presenze diverse” generate da una società che rifiuta o non riesce a creare il confronto con ciò che non comprende e non riesce a inglobare. Sono forse i relitti di una vita che non è stata o i calchi inanimati di una non-vita in divenire. Ridotti a manichini trasparenti, alludono a kuroi e korai trasfigurati da un vuoto incedere senza tempo, dove passato e presente si confondono con il futuro.

Una folla di gusci vuoti, pronti tuttavia a divenire crisalidi di un corpo in metamorfosi, se accolti e nutriti da una società aperta al confronto con l’individuo.

Il destino che l’umanità oggi ha è legato a una speranza di pace ed evoluzione sociale, che potrà avvenire accogliendo, valorizzando l’Altro (oltre che di incontrarlo su di un piano di sincero scambio conoscitivo) e di mettere in evidenza la positività che è in grado di “esprimere”, sconfiggendo i pregiudizi sulla diversità.

Forse questa folla è un popolo migrante; un popolo alla ricerca di un luogo nello spirito, nella mente o nello spazio, nel quale riconoscere la propria appartenenza per poter diventare ciò che profondamente sa di essere.

2019 “La Folla” Installazione nell’oratorio di San Carlo a Castelfiorentino a cura di Maria Vittoria Gozio

2017 – “La Folla” Installazione nella Chiesa di S.Agostino a Cortona a cura della galleria Triphè di Maria Laura Perilli.

2016 – “E quando il sole cade la città s’accende”. Complesso Museale e Cavallerizza Palazzo Ducale di Mantova. Mostra a cura di Vittorio Erlindo. Sul prato della cavallerizza, l’installazione di Davide Dall’Osso con il light designer Fabrizio Visconti.

2010 -“Presidio” (installazione temporanea) Piazza Duca D’Aosta, stazione Centrale. Installazione 120 corpi scultorei maschili femminili in fusione di policarbonato. Milano

2009 -“Presidio” (installazione permanente), Spazio Pubblico Autogestito Leoncavallo. Installazione di 120 corpi scultorei in fusione di policarbonato. Milano.

2008 – “La giostra dell’Apocalisse” (teatro, musica, arti visive e incontri), Rotonda della Besana, Milano. Installazione nel portico circolare di 91 corpi in policarbonato.

2005 – “Cielo-Uomo-Terra” (installazione temporanea site specific), Giardini di via Marsala, Pesaro. Installazione di 63 corpi in policarbonato

2005 – “Cielo-Uomo-Terra” (installazione temporanea site specific), Giardini di via Marsala, Pesaro. Installazione di 63 corpi in policarbonato