Può l’arte incidere sul territorio? Come passare dal progetto all’azione pubblica/installazione nell’ambito sociale? Quale obiettivi, dinamiche sociali, artistiche ed urbanistiche, può avere l’atto artistico, l’installazione artistica che attraversa gli spazi pubblici? Può essere un medium, un collante tra le molteplici etnie e culture della città? Che rapporto si deve instaurare tra l’opera d’arte e gli abitanti? A quale pubblico si deve rivolgere? Quali sono i limiti che l’evento artistico dovrà avere? Queste sono alcune delle domande che ci siamo posti e ci poniamo quando invitati dalle amministrazioni pubbliche, progettiamo un intervento artistico che vada dialogare con gli spazzi cittadini.
L’arte d’incontro, ovvero l’arte portata negli spazi cittadini quotidiani, deve poter incontrare aspirazioni e necessità legate alla qualità della vita, interagire con le molteplici narrazioni che s’intrecciano nei luoghi della città. idealmente l’arte d’incontro genera unità e cambiamento, portando il cittadino a vedere nuove possibilità per il proprio e il comune futuro. Il patrimonio di idee e di progetti generati dagli artisti può dunque prendere forma in operazioni di grande impegno e di grande valore culturale e sociale; Per questo gli artisti possono costituire importanti interlocutori per l’amministrazione pubblica. La nostra storia ci insegna che l’arte può essere il trait d’union di una collettività polifonica. Mettere in contatto, avvicinare gruppi eterogenei di cittadini normalmente fuori dal ‘sistema’ dell’arte è uno degli obiettivi del progetto.
Il progetto ‘Arte d’incontro’ vuole essere un medium che agisce nei centri cittadini ma soprattutto sui ‘territori che hanno subito il degrado da incuria e speculazione, quei luoghi rimasti invisibili alle amministrazioni, luoghi che l’arte può aiutare a ‘bonificare’.
Per il progetto Arte d’incontro, gli abitanti del luogo passano da destinatari dell’azione artistica a co-progettatori per la realizzazione di un progetto che coinvolgerà primariamente la loro vita quotidiana.
Così artista e fruitori dell’opera diventeranno parte attiva/progettuale sino a poter diventare parte stessa dell’intervento artistico, e riuscire ad analizzare, a capire più profondamente la realtà del luogo che abitano. Arte d’incontro ‘indirettamente’ agisce in territori extrartistici che si avvicinano all’urban planning, alla mediazione sociale e alla governance del territorio.
Concludiamo con alcuni frammenti presi da ‘Immaginare la realtà, può l’arte agire sul territorio’, tenuto dal professore Francesco Tedeschi ad Arte e pubblico il 19 11 2011.
.. “si può osservare che l’arte che agisce in uno spazio pubblico tende comunque a uscire dall’ambito specifico, per andare a incontrare altre possibilità di confronto e collaborazione, con discipline della comunicazione, con le scienze umane (antropologia, sociologia, urbanistica),..essa può avere una funzione comunicativa o dimostrativa; .. l’opera vuole attivare una comunicazione o dimostrare l’esistenza di un problema .. da questo, si desume una funzione sociale dell’operazione artistica, che cerca di creare una ragione per azioni che concernono la dimensione del vivere e della relazione fra le persone e con i luoghi; .. ma non si può negare che l’arte che si inserisce in uno spazio pubblico ha anche una funzione progettuale .. in questo venendo a collaborare con prospettive di genere architettonico e urbanistico .. in un confronto e collaborazione, con discipline della comunicazione, con le scienze umane (antropologia, sociologia, urbanistica)..
Immaginare la città significa portare attenzione alle ipotesi d’intervento allargato, alle iniziative di un’arte che immagina una città diversa o indaga i caratteri propri della città.
..Possiamo immaginare un arte che si inserisca tre le strutture sociali, che funga da trait d’union tra le molteplici differenti etnie/culture che abitano i differenti spazi urbani un arte che può confinare con l’urbanistica nel senso della progettazione e delle forme di intervento sociale, possa contribuire a una lettura della realtà, a una presa di coscienza dei luoghi e di memoria degli stessi, che lasci delle tracce, non solo e non specificamente visive, nel confronto con le condizioni del vissuto e nel modo in cui la città e il territorio vengono quotidianamente usati dai loro abitanti.”
